Ipertrofia Prostatica Benigna
L’ipertrofia prostatica benigna o adenoma prostatico è un ingrossamento non tumorale della prostata, un fatto del tutto naturale perché le dimensioni della ghiandola tendono ad aumentare, anche con l’età, a partire piu’ o meno dai 40 anni, con i primi disturbi che compaiono attorno ai 50 e sintomi che, attorni ai 60, riguardano oltre il 60% dei maschi. Puo’ causare la compressione dell’uretra (il canale attraverso cui l’urina viene espulsa all’ esterno) e provocare nel tempo problemi che vanno da una semplice riduzione del flusso di urina fino a una completa ostruzione dell’uretra.
Si è costretti ad alzarsi piu’ volte nel corso della notte per andare in bagno e spesso, nel fare pipi’, si prova bruciore o una sensazione di non riuscire a svuotare completamente la vescica. Oppure entrambe e, in ogni caso, è ormai troppo frequente lo stimolo a dover urinare, il getto è ridotto e magari lo si fa in due tempi. I segnali caratteristici sono difficoltà a iniziare la minzione, flusso ridotto, sgocciolamento terminale, minzione in piu’ tempi, urgenza, frequenza, pollachiuria notturna (elevata frequenza di piccole quantità di urina), residuo urinario post minzionale, ritenzione urinaria, insufficienza renale, infezioni urinarie ricorrenti.
Le terapie sono molteplici, si va dai consigli comportamentali al trattamento farmacologico per le condizioni meno gravi. Esistono diverse categorie di farmaci: gli alfabloccanti (alfuzosina, tamsulosina, silodosina) possono essere usati in pazienti con prostate non particolarmente voluminose ma con sintomi importanti. Poi ci sono gli inibitori delle 5-alfareduttasi (finasteride e dutasteride) che agiscono riducendo il volume della prostata e, quindi, il grado di ostruzione. Diversi studi scientifici hanno dimostrato che la combinazione di alfa-bloccanti e inibitori della 5-alfareduttasi è superiore rispetto alla monoterapia con uno solo dei due farmaci, su tutti i parametri considerati, come riduzione dei sintomi, miglioramento del flusso e ritardo nella progressione della malattia verso la fase che dovrebbe poi condurre alla chirurgia.
I fitoterapici (il piu’ noto è la Serenoa Repens) e gli integratori sembrano avere un’azione prevalentemente riduttiva delle situazioni infiammatorie (prostatiti) che spesso si accompagnano all’Ipertrofia prostatica benigna e questo puo’ rendere ragione della loro efficacia nella diminuzione dei sintomi che spesso sono in grado di ottenere, per periodi di tempo variabili, nonostante gli studi clinici in merito non abbiano la stessa forza di quelli relativi ai farmaci standard.
Quando la terapia medica non determina piu’ benefici si deve ricorrere a procedure interventistiche standard o innovative. Oggi viene eseguita quasi esclusivamente mediante procedure endoscopiche. Poi ci sono i laser, di cui esistono fondamentalmente tre tipi con caratteristiche specifiche per tipologie diverse di organo e paziente. Tutti consentono di effettuare l’asportazione della parte centrale ipertrofica per via endoscopica. Infine, la chirurgia open offre ottimi risultati funzionali, ma è una procedura altamente invasiva che puo’ pero’ trovare indicazione ancora oggi in casi selezionati. Un intervento endoscopico ha come conseguenza quasi categorica la perdita dell’eiaculazione, mentre non incide sulla potenza sessuale, salvo situazioni precarie preesistenti. Solitamente interventi e laser sono ben tollerati con complicanze post-operatorie minime. Infine, esistono numerose terapie di nuova introduzione, alcune ancora sperimentali, che sono state introdotte negli ultimi anni.